Cerca
Chiudi questo box di ricerca.
Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Progettare con gli alberi: la visione di Cesare Leonardi e Franca Stagi

di Pierluigi Masini

All’ombra di un pioppo grigio, osservo l’inutile tentativo dell’albero di resistere all’estate che finisce. Il vento dei giorni scorsi lo ha quasi spogliato e per arrivare al tronco ho camminato su un tappeto di foglie d’argento, avvertendone il delicato fruscio sotto i miei passi. Ne ho raccolta una, mezza accartocciata, scoprendo con sorpresa che la sua parte inferiore è vellutata, e non mi stanco di accarezzarla.

Mi trovo nel Parco Amendola, alla periferia sud di Modena. È settembre, i colori stanno prendendo toni diversi; il verde è meno brillante, qua e là spuntano improvvise macchie di giallo-ocra e di rosso. L’autunno arriva rapido e trasforma le cose. Ma è ancora una giornata calda, me ne accorgo quando esploro il grande spazio intorno che ricorda il paesaggio fluviale emiliano: piccole colline come argini di un fiume verde, interrotto da laghetti dove i cipressi di palude bagnano le fronde e sembrano cavalli venuti a bere.

Tutt’intorno un divenire lento di mamme con bambini, signore con cani e adolescenti chiassosi si incrocia su sentieri di cemento fatti di triangoli, cerchi e rettangoli, disposti a breve distanza per dar modo all’erba di crescere negli interstizi, e alle radici degli alberi di giocare a sollevarli qua e là.

Sono venuto qui per capire qual è il risultato concreto del gigantesco lavoro di ricerca di Cesare Leonardi (1935-2021) e Franca Stagi (1937-2008) su L’architettura degli alberi, condensato poi in un libro di grande formato pubblicato nel 1982. Questo è l’unico parco cittadino, progettato dai due architetti modenesi insieme, a essere stato realizzato. Il solo Leonardi si occupò, tra il 1990 e il 1996, del ripristino del parco storico di Bosco Albergati, in provincia di Modena: 40 ettari di terreno ripiantumati secondo un modello paesaggistico (la Struttura Reticolare Acentrata) basato sulle ricerche relative all’architettura degli alberi.

Parco Amendola a Modena. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi, ph. Joseph Nemeth, 2017

Ho segnato sul mio quaderno di appunti una frase di Franca Stagi che meritava una verifica sul campo. “Bisogna conoscere gli alberi per progettare i parchi; conoscerli a uno a uno, e anche sapere che il disegno di un parco è il disegno di un divenire, la proposta di un meccanismo di trasformazione, di crescita, di vita e di morte” scrive nel libro.

Quello che trovo lo dimostra. Il progetto del parco Amendola è del 1972, è stato inaugurato nove anni dopo, e il tempo che è trascorso l’ha reso più bello. Oggi è un amalgama di essenze botaniche armoniche, di specie diverse selezionate con cura: in totale 1135 alberi e 633 cespugli, disposti in un’area di quasi 11 ettari con due specchi d’acqua. Gli alberi che vivono qui da mezzo secolo – tigli e querce, gelsi e frassini, noci, acacie e tanti altri – sono individui ormai maturi che amano il loro essere comunità. Li vedo avvicinare le chiome per il bisogno continuo di sentire la presenza uno dell’altro; li immagino intrecciare le radici più sottili per comunicare tra loro il piacere dell’acqua che arriva dal cielo o l’allarme per un’ondata di parassiti.

“Dovranno trascorrere decenni prima che si legga l’esatta proporzione fra prati e alberi […] fra le persone e le chiome degli alberi, fra percorsi al sole e percorsi all’ombra; prima che si possa percepire davvero il senso di quello spazio” aggiunge in un’altra pagina Cesare Leonardi. Loro due avevano calcolato tutto: l’altezza degli esemplari arborei che avevano selezionato, la dimensione e il colore della chioma nelle diverse stagioni, l’ombra che avrebbero proiettato a terra se piantati da soli o in gruppo. Questo parco è il risultato di tutto ciò che Cesare e Franca conoscevano, e che sapevano sarebbe successo.

Tra i primi a comprendere l’importanza della loro lunga ricerca sugli alberi sono stati due allievi di Leonardi, gli architetti Giulio Orsini e Andrea Cavani, oggi tra i promotori dell’Archivio che porta il suo nome. “Tutto comincia nel 1962-1963 con la sequenza fotografica del Carpinus betulus, un grande esemplare di carpino bianco nel Parco delle Rimembranze a Modena, proprio davanti alle finestre del loro studio” spiega Orsini. “Leonardi fotografa il carpino quattro volte in ogni stagione: oggi resta il grande quadrato con le 16 fotografie, ormai sbiadite, appeso alla parete del suo studio, che è diventata la sede dell’Archivio”.

Cesare Leonardi, Carpinus betulus, 1962-1963. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi 

Ma come si inserisce l’attenzione per gli alberi nel panorama delle multiformi attività di Cesare Leonardi, che è stato pittore e fotografo, architetto e designer, scultore e inventore? “Comincia a interessarsene all’Università di Firenze, dove studia architettura seguendo le lezioni di Leonardo Savioli. E da allora diventa una delle sue grandi passioni” racconta Cavani. “Lui sviluppava filoni di ricerca in maniera molto approfondita, diciamo pure ossessiva, e mai in modo episodico. Con rigore e un metodo che oggi si è perduto. Il suo interesse per una certa cosa poteva durare decenni e si spostava da un campo all’altro, da una disciplina all’altra, da un innamoramento a un altro. Sempre inseguendo l’idea di poter sconfinare in ambiti diversi”.

“In realtà, la passione per gli alberi influenza tutte le altre sue molteplici attività – continua Cavani – perché l’albero è dinamismo, è un organismo che ci dà il ritmo vitale delle stagioni e, con la sua ombra, persino lo scandire delle ore, e questo dinamismo Leonardi lo trasferisce nelle sue sculture. In un pezzo di design celebrato nel 1972 al MoMA di New York, come il Dondolo; nel lavoro fotografico sulle Ombre di Modena e anche sui Solidi, sedute sviluppate in modi diversi partendo da una tavola comune a tutte”.

Torniamo al libro, e al suo titolo che contiene due termini in apparente contrasto. L’Architettura appartiene alla Cultura, all’Uomo; gli Alberi sono espressione della Natura. Se la prima è statica, fatta di pietra, cemento, vetro e acciaio, gli alberi invece sono esseri vivi in costante cambiamento; studiarli nella loro dimensione architettonica significa, per gli autori, addentrarsi in un territorio fino a quel momento inesplorato.

Nella sua ricerca dell’albero ideale, Cesare Leonardi è andato in molte zone d’Italia, partendo da Firenze e Modena e spingendosi sempre un po’ più in là. Poi si è spostato in Francia, Svizzera e Gran Bretagna; infine, è arrivato in Guatemala e Messico, per la necessità di fotografare solo esemplari mai potati che potessero mostrare la loro chioma naturale, di una bellezza primigenia. Nel caso degli esemplari caduciformi, che perdono le foglie, Leonardi fotografa la versione primavera-estate e quella autunno-inverno, tornando più volte. Per lui era un po’ come inseguire le sfilate di moda.

L’architettura degli alberi, pagine della nuova edizione. Courtesy Lazy Dog Press 2018 © Cesare Leonardi e Franca Stagi

Leonardi e Stagi hanno raccolto e catalogato un’enorme mole di materiale fotografico e poi, con l’aiuto dei collaboratori dello studio, hanno messo a punto 392 schede, relative a 212 specie di alberi appartenenti a 128 generi, e 53 famiglie suddivise in Gimnosperme, Angiosperme Dicotiledoni e Monocotiledoni. Il libro ha più di 400 pagine con 370 disegni di esemplari in scala 1:100 e 185 particolari di foglie e frutti in scala 1:5. Non ci sono fotografie di alberi ma solo disegni tratti dalle fotografie: una scelta precisa, per appropriarsi consapevolmente di ogni esemplare solo dopo averlo ritratto per giorni, foglia per foglia, con lentezza e precisione certosina.

L’Architettura degli alberi, ripubblicato nel 2018, è un manuale adottato in tante università nel mondo e a distanza di decenni resta ancora oggi una pietra miliare per i progettisti del verde. Seguendo gli insegnamenti dei due architetti, Orsini e Cavani hanno dato vita ad aprile a Modena ad Alberi Festival, che per una settimana ha declinato proposte concrete per rendere le città più vivibili, piantando con conoscenza e rispetto questi giganti verdi che ci aiutano a combattere il cambiamento del clima.A Cesare e Franca sarebbe piaciuto incontrare così tanta gente.

4

Cesare Leonardi, Franca Stagi, Dondolo, 1967. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi

5

Cesare Leonardi, Carpinus betulus, 1962-1963. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi

6

Immagini della campagna fotografica propedeutica alla catalogazione e al ridisegno degli alberi, 1963-1982. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi © Cesare Leonardi e Franca Stagi

8

L’architettura degli alberi, pagine della nuova edizione. Courtesy Lazy Dog Press 2018 © Cesare Leonardi e Franca Stagi

9

L’architettura degli alberi, pagine della nuova edizione. Courtesy Lazy Dog Press 2018 © Cesare Leonardi e Franca Stagi

10

L’architettura degli alberi, pagine della nuova edizione. Courtesy Lazy Dog Press 2018 © Cesare Leonardi e Franca Stagi

14

Cesare Leonardi, Franca Stagi, Progetto per Parco Amendola a Modena, 1972-1981. Planimetrie del parco nelle quattro stagioni. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi

15

Parco Amendola a Modena. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi, ph. Joseph Nemeth, 2017

17

Cesare Leonardi, La Città degli Alberi, Parco di Bosco Albergati, Castelfranco Emilia 1988-1996. Veduta aerea con la sovrapposizione della ‘rete’ SRA (Struttura Reticolare Acentrata). Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi, ph. Google Maps

18

Cesare Leonardi, la ‘rete’ SRA (Struttura Reticolare Acentrata): i ventitré poligoni della figura primaria. Legno multistrato colorato a tempera. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi, ph. Francesca Mora, 2017

20

Cesare Leonardi, serie Solidi, una serie di prototipi realizzati tra il 1983 e il 2003. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi

19

Cesare Leonardi nel giardino della casa-studio con il tracciamento del Solido PR4. Courtesy Archivio Architetto Cesare Leonardi

4 5 6 8 9 10 14 15 17 18 20 19

njrw_carpathia_007
Leggi tutto »
8
Leggi tutto »
1
Leggi tutto »

Inserisci i tuoi dati

Iscriviti alla Newsletter di humus® e ricevi subito un contenuto esclusivo